La questione ÃĻ semplice ed ÃĻ grave: già dai primi mesi del 2021 si registra un sintomatico aumento del costo dei moduli solari di circa il 18%.
Dato significativo se posto a confronto con il calo del 90% registrato nel decennio precedente.
A monde del problema sta lâeffetto domino, che si sta abbattendo da un settore allâaltro, dovuto ai rincari registrati nella produzione e vendita delle materie prime quali acciaio, rame, ferro, legno e soprattutto polisilicio.
I primi ad avvertire ila crisi sono stati i costruttori edili che hanno lanciato lâallarme al governo attraverso lâAnce manifestando lâinsostenibilità economica del trend dei rialzi.
Non si tratta perÃē di una complicazione generata soltanto dai prezzi: alcuni materiali iniziano ad essere irreperibili, rallentando notevolmente la progressione dei lavori di filiera.
Qualche numero: lâacciaio ha subito un rincaro del 150% mente il polietilene di circa il 129%.
Ed il polisilicio?
Per i meno esperti, il polisilicio ÃĻ una forma raffinata di silicio impiegata prevalentemente per la costruzione dei pannelli solari e proprio attorno a questo materiale indispensabile ruota lâintera vicenda.
Il meccanismo critico che ha innescato il rallentamento della crescita del fotovoltaico ÃĻ legato da un lato al rapido aumento della domanda di polisilicio e dallâaltro alla sua irreperibilità : situazione questa che ne ha fatto schizzare il prezzo fino a 21,16 euro al chilo.
Stando ai dati forniti da PVInsights, neanche un anno fa la stessa quantità di polisilicio aveva un valore di 5 euro e si prevede che fino alla fine del 2022 i prezzi resteranno su livelli alti.
Per il 2021 non sarà tutto rosa e fiori per il rinnovabile solare: secondo gli analisti di BloombergNEF, i governi devono prepararsi allâeventualità che lâeliocentrismo energetico nel breve periodo possa non costituire lâalternativa piÃđ economica.
I consulenti del Mint, affermano che i paesi piÃđ colpiti dalla crisi di settore saranno la Cina (dove si concentra piÃđ dellâ80% dellâofferta mondiale di polisilicio), lâIndia e gli Stati Uniti: lâEuropa subirà lâeffetto domino che metterà a rischio una serie di progetti.
Il fenomeno globale viene avvertito anche in Italia, dove a rischiare maggiormente ÃĻ lo strumento del Superbonus.
Il Governo perÃē sta elaborando una soluzione che coinvolge lâeconomia circolare, come spiega il viceministro dello Sviluppo Economico,.
Il Superbonus 110% si ÃĻ rivelato un ottimo traino per lâeconomia nazionale, facendo registrare negli ultimi due mesi un incremento degli interventi di ristrutturazione del 376%: una boccata di aria fresca per gli indici occupazionali.
Lâaumento dei prezzi, rischia di rallentare il trend positivo determinando una drastica riduzione della marginalità per le imprese, che si troveranno a dover sfoltire il proprio team ed a rallentare le attività di impianto.
Il viceministro Pichetto Fratin ha rivelato le strategie adottate a settembre dalla Commissione Europea per contrastare questo improvviso e repentino mutamento delle condizioni economiche.
La prima reazione ÃĻ stata quella di presentare il “Piano d’azione sulle materie prime critiche” il quale prevede lâindividuazione di una lista delle materie critiche avente lâobiettivo di migliorare le dinamiche del commercio internazionale e contrastare le distorsioni degli scambi per la sicurezza degli approvvigionamenti.
La seconda soluzione ÃĻ stata quella di costituire la âAlleanza per le materie primeâ, allâinterno della quale gli Stati membri elaboreranno strategie per incoraggiare lâeconomia circolare, aumentare i fornitori, rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo per la ricerca di nuovi giacimenti e materiali sostitutivi.
Il Governo si ÃĻ impegnato a garantire lâaggiornamento annuale dei prezzari cui fare riferimento nellâambito dei contratti pubblici e ad individuare nuove forme di approvvigionamento sostenibile come antidoto definitivo ai rincari.